Splendori francesi dal genio di Raffaello

Capolavoro raffaelliano di indiscutibile pregio artistico, il cartone del "Pasce Oves Meas" è il più noto dei dieci dipinti preparatori per la serie di arazzi destinati ad ornare la Cappella Sistina. Realizzati dall'Urbinate tra la fine del 1515 e l'inizio del 1516 su commissione di Leone X Medici, furono trasformati in arazzi negli anni successivi dalla bottega di Pieter Van Aelst, celebre maestro fiammingo. Prima di approdare in Terra inglese - dove ora sono esposti al Victoria and Albert Museum - al seguito di Sir Francis Drake, i cartoni transitarono per diverse altre botteghe che ne realizzarono altrettante copie, tanto che esiste un numero impressionante di arazzi riportanti il disegno di Raffaello sparsi in tutta Europa.

In Vaticano sono conservati due arazzi diversi ricavati dal cartone di Raffaello e raffiguranti il passo evangelico conosciuto come "Pasce oves meas". Uno è l'originale, tessuto nel 1519 a Bruxelles e oggi conservato nella Pinacoteca Vaticana, anticamente esposto durante le solennità nella Cappella Sistina. Ma è sull'altro, meno conosciuto, che ci soffermeremo in questo post.


Consegna delle Chiavi o Pasce Oves Meas, arazzo, Pieter Van Aelst da disegno di Raffaello, 1519, Musei Vaticani
































Ventidue metri quadrati di eleganza. Si tratta infatti di un arazzo di notevoli dimensioni (530x420cm) di cui, prima di effettuare un'analisi stilistica, bisogna distinguere le due parti che lo compongono. Il "Pasce Oves Meas" è infatti il risultato dell'adattamento di due elementi distinti, le bordure di scuola fiamminga e il disegno centrale di provenienza francese, che formano così un raffinato capolavoro dell'arte arazziera europea. Le bordure, realizzate tra il 1604 e il 1612, sono un pregevole prodotto della Manifattura fiamminga di Parigi (lo stemma della città è riportato nella cimosa destra in basso), degli anni immediatamente successivi alla ripresa promossa da Enrico IV. Il sofisticato disegno floreale è interrotto negli angoli dalle armi dell'Arcivescovo di Lione Claude de Bellièvre (inferiori), da quelle della famiglia Bellièvre (superiori) e nel centro superiore dalle armi di Francia sormontate dalla mitria e dal pastorale in uno scartoccio alato. Probabilmente tali bordure ornavano gli arazzi della serie realizzata per commemorare il matrimonio tra Enrico IV e Maria de' Medici, celebrato a Lione nel 1601 dal fratello e predecessore di Claude, Albert. La trama è realizzata in lana e seta, con ampio utilizzo di filo d'argento negli emblemi, l'ordito è di 7-8 fili di lana per centimetro.

Pasce Oves Meas, arazzo, Manifattura di Parigi (bordure); Gobelins (centro) da disegno di Raffaello, 1604-12; 1669-90, Palazzo Apostolico Lateranense


































Il centro riprende specularmente la Consegna delle Chiavi, della serie degli Atti degli Apostoli di Raffaello Sanzio, fu tessuto su telaio a basso liccio traendo il disegno da un'accurata copia su cartone facente probabilmente parte della distrutta serie reale francese del 1532. Sono state omesse, però, le chiavi tenute da San Pietro nell'originale, cambiando il riferimento biblico di Raffaello (Mt. XVI, 19), che giustifica la giurisdizione temporale del Papa, nel versetto del "Pasce Oves Meas" (Gv. XXI, 15-17) che mette invece in luce la sola missione pastorale della Chiesa. Realizzato nella bottega di Jean Morin ai Gobelins, è stato tessuto tra il 1660 e il 1690, è quindi molto posteriore rispetto alle bordure, che furono adattate con interventi ancora ben visibili. L'arazzo fa parte di una serie di altri sette, di cui tre sono nelle collezioni pontificie, che riportano le stesse bordure. Il "Pasce Oves Meas" è giunto in Vaticano prima del 1849 e fu lungamente esposto nella biblioteca privata dell'appartamento di rappresentanza del Palazzo Apostolico; illustre vittima del restyling montiniano, è ora esposto nella Sala degli Apostoli del Palazzo del Laterano.

























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