"22 marzo, Venerdì Santo: il momento in cui il coro canta Popule meus, quid feci tibi? è senza dubbio il più bello e non vi ha l'uguale."
Così nel 1788 scriveva Goethe nel suo "Viaggio in Italia" in riferimento al mottetto palestriniano che andremo ad analizzare.
Il Popule Meus di Pierluigi Giovanni da Palestrina è un mottetto per 4/8 voci in due cori, cantato responsorialmente per accompagnare l'adorazione della Croce nell'uffizio del Venerdì Santo. Si compone del primo dei tre rimproveri che costituiscono la prima parte del testo originario degli Improperia. Questi versetti sono tratti rispettivamente dal libro del profeta Michea (Mich 6,3), dalle lamentazioni di Geremia e da Isaia.